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Liberati i due inviati di Report

Liberati i due inviati di Report

Stagioni: 2017

Erano in Congo-Brazzaville per ricostruire la storia di un’inchiesta sulla tangente Eni. La notizia del loro fermo tenuta segreta per favorire l’attività della diplomazia italiana. Sequestrati i telefoni, computer, telecamere e il girato dei due giornalisti che sarebbe stato trasmesso nell’imminente edizione di Report.

Luca Chianca e Paolo Palermo, i due inviati di Report, dopo un lunghissimo viaggio durato 38 ore, sono sbarcati a Fiumicino alle 4:30. Sono stati arrestati mercoledì scorso dai servizi di sicurezza del Congo a Pointe-Noire. Il pretesto del fermo: il fatto che i due giornalisti erano sprovvisti del visto giornalistico. Ma dietro il fermo dei reporter potrebbe celarsi una vera spy story. Report era a Pointe-Noir per seguire una delicata indagine sulla maxi tangente dell’Eni pagata per lo sfruttamento del giacimento “Opl245” in Nigeria, vicenda su cui sta lavorando la Procura di Milano e dove sono indagati l’ex amministratore delegato Scaroni e l’attuale Claudio Descalzi. Chianca e Palermo erano arrivati a Pointe-Noire lunedì, hanno organizzato il lavoro e mercoledì mattina, dopo aver realizzato un'intervista con Fabio Ottonello (imprenditore italiano con molteplici affari e con grande influenza per aver sposato Sandrine, una delle figlie di Denis Nguesso, presidente della Repubblica del Congo), sono stati fermati dai servizi di sicurezza. Ottonello, secondo l’ex dirigente Eni Vincenzo Armanna, diventato il super teste dell’inchiesta, avrebbe messo a disposizione un suo aereo privato per trasportare due trolley contenenti parte della tangente al sicuro in un caveau in Svizzera. Secondo Armanna si sarebbe trattato della parte destinata a Scaroni. Mercoledì mattina, al termine dell’intervista con Ottonello, Chianca ha scritto un sms a Sigfrido Ranucci, l’autore del programma che ha preso il posto di Milena Gabanelli, in cui esprimeva il timore di non poter ripartire per l’Italia: “Adesso tocca uscire dal Congo”. Pochi minuti dopo Chianca ha inviato un secondo sms dove ha informato Ranucci che erano arrivati in albergo uomini dell’agenzia di sicurezza in borghese per conoscere “la lista dei nomi e nazionalità delle persone”. Da quel momento si sono interrotte tutte le comunicazioni. Gli inviati di Report hanno cercato di copiare e trasferire i file dell’intervista in Italia, ma non è stato possibile a causa di un improvviso quanto tempestivo blackout delle linee telefoniche che ha riguardato tutta la zona. I due giornalisti sono stati trasportati nel palazzo della Direction de la Surveillance du Territoire, dove sono stati segregati per tre giorni e due notti, seduti su una sedia di plastica, in una stanza di due metri quadrati invasa dagli insetti.
Determinante per la liberazione dei giornalisti l’attività diplomatica dell’ambasciatore Andrea Mazzella, supportata dal Ministero dell’Interno italiano, e quella della Security Rai coordinata dal direttore Genseric Cantournet e da Ennio Matano, che ha seguito l’evolversi della vicenda.
In cambio della liberazione dei giornalisti la sicurezza nazionale congolese ha  sequestrato telefoni, schede sim, computer, telecamere e soprattutto il girato con l’intervista a Ottonello sulla tangente Eni.

Report, in onda da lunedì 27 marzo alle 21.30 su Rai3, assicura che l’inchiesta andrà comunque in onda, perchè i blackout non sempre riescono a cancellare tutte le memorie.

 




- Il primo articolo pubblicato lunedì in mattinata

- Rassegna stampa: l'articolo di Corriere.it

- Rassegna stampa: Eni, contenti di soluzione positiva

- Rassegna stampa: Chianca, "una sorta di sequestro in grande stile" (e altre agenzie)

(lunedì 20 marzo 2017)

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