Una visione del futuro - di Michele Buono
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L'Italia, posta nel cuore del Mediterraneo, ha 7600 km di coste e numerosi approdi, anche modernamente attrezzati.
A Tangeri, in Marocco, il nuovo porto commerciale - sviluppato nel corso degli ultimi dieci anni - ha funzionato come un volano straordinario per la crescita della regione e dell'intero paese, attirando merci e investimenti industriali da tutto il mondo.
Tra i primi porti al mondo per traffico merci, è composto da sei differenti banchine (Botlek, Centrum, Delfshaven, Maasvlakte, Pernis e Waalhaven), tutte interconnesse tra loro e gestite da un'unica piattaforma digitale.
È cresciuto dai 9,7 milioni di container del 2009 ai 12,3 milioni del 2016. È il più importante porto commerciale europeo.
La città marittima che fino a pochi anni fa era soltanto una meta turistica un po' esotica sospesa tra Africa ed Europa, è oggi il capoluogo del principale polo industriale del Marocco. Il nuovo porto, sorto a circa 40 km dall'infrastruttura più antica, è oggi capace di gestire un traffico di 3,3 milioni di container.
La capacità commerciale dei nostri porti non rende merito alla tradizione marinara italiana. I porti ci sono, certo, ma sono sfruttati solo parzialmente perché - come spesso capita nel nostro paese - non si riesce a "fare sistema"; cioè a connettere l'uno con l'altro i poli di una rete che - a guardarla dall'alto - sembra esistere già. Oggi nessun porto italiano compare tra i primi cinquanta del mondo, ma importanti novità sono alle porte.