I paradisi fiscali sono come i buchi neri nello spazio.
I soldi entrano e non abbiamo nessuna idea di che fine facciano.
È possibile fare solo dei calcoli approssimativi. Due sono le stime più citate dal mondo scientifico e dai media internazionali:
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Non essendoci dati reali sui capitali investiti attraverso i paradisi fiscali, i due economisti hanno fatto deduzioni su differenti dati finanziari globali disponibili attraverso due diversi metodi:
Zucman si è concentrato soprattutto sulle anomalie delle bilance che registrano le attività e le passività finanziarie: a livello mondiale risultano molti più soldi in uscita rispetto a quelli in entrata. Vale a dire che i soldi escono ma non si sa poi dove vanno.
Questa anomalia statistica secondo Zucman si giustifica con l’esistenza dei paradisi fiscali, usati per creare uno o più strati di opacità sul transito dei soldi, che poi vengono investiti nei mercati finanziari.
I risultati prodotti da Zucman sono considerati i più rigorosi tra quelli elaborati dalla comunità scientifica mondiale. Ciò sebbene lo stesso economista francese ammetta che i suoi dati rappresentano una notevole sottostima dei reali flussi finanziari offshore.
Henry è arrivato a questi risultati analizzando: 1) le bilance di pagamento di 139 Stati in via di sviluppo. È emerso che a partire dagli Anni 70 le élite finanziarie di questi Paesi hanno nascosto offshore più di 12 trilioni di dollari, mentre il resto della popolazione pagava il debito estero; 2) i bilanci delle prime 50 banche private, che gestirebbero almeno un terzo di questi trilioni nascosti; 3) i depositi bancari transfrontalieri (vale a dire i soldi depositati nelle banche di un paese diverso da quello della propria cittadinanza); 4) la stima di quanti dovrebbero essere i soldi cash nascosti offshore (circa l’80% dei tagli grossi come i 500 euro e i 100 dollari). I dati di Henry sono i più citati dai media internazionali.
Nelle stime fatte da James Henry e Gabriel Zucman viene conteggiata esclusivamente la “ricchezza finanziaria”, vale a dire i soldi portati all'estero da privati e messi in depositi bancari oppure investiti in titoli finanziari (come azioni e obbligazioni) e in fondi di investimento. Soldi mai dichiarati al Fisco. Nella stima generale sono esclusi tutti i profitti delle multinazionali dirottati offshore e tutti i beni mobili e immobili, come gioielli, yacht, opere d'arte e case di lusso.
Henry sostiene che l’85-90% della ricchezza finanziaria nascosta offshore sia nelle mani di meno di 10 milioni di persone (cioè lo 0,14% della popolazione mondiale). Secondo Zucman la quantità di denaro nascosto offshore è in aumento, nonostante il numero assoluto delle persone che nasconde i soldi sia in calo. In altre parole: i paradisi fiscali sono meno affollati, ma quelli che li frequentano sono sempre più ricchi.
I banchieri non hanno problemi ad adattarsi a questa tendenza, riorientando le loro attività su questi clienti chiave: «Il sistema bancario offshore - scrive Zucman - diventa più sofisticato. Gli ultraricchi usano sempre più spesso società di comodo, trust, holding e fondazioni che fungono da proprietari legali dei loro attivi». La ricchezza offshore non ha risentito della crisi. Secondo Zucman ha registrato a livello mondiale un aumento di circa il 25% tra la fine del 2008 e l'inizio del 2014, con un incremento riscontrato soprattutto nei centri emergenti asiatici, come Hong Kong e Singapore. Il dato sorprendente è che gli afflussi non provengono dal ricco Occidente ma soprattutto dai Paesi in via di sviluppo.
Aree | Ricchezza offshore (miliardi di dollari)* | Quota ricchezza finanziaria offshore (%) | Perdita gettito fiscale (miliardi di dollari all'anno)** |
---|---|---|---|
Europa | 2.500 | 11 | 60 |
Stati Uniti | 1.400 | 4 | 32 |
Asia | 1.300 | 4 | 28 |
America Latina | 1.000 | 27 | 21 |
Africa | 900 | 44 | 19 |
Paesi del Golfo | 700 | 58 | 0 |
Russia | 600 | 54 | 4 |
Canada | 300 | 9 | 6 |
*Calcolo al 2016 che include un solo tipo di frode: quella sul patrimonio e sul reddito da esso generato. La parte del denaro che proviene da lavoro nero, traffico di droga, tangenti e false fatturazioni non è conteggiato in questa stima. **Miliardi di dollari persi ogni anno dalle tasse sul capitale nascosto offshore (cioè le perdite annuali dagli interessi, dai dividendi, dai capital gains, dalle eredità...ecc.). Fonte: gabriel- zucman.eu
L’economia europea è quella che paga il prezzo più alto in termini assoluti, ma in termini relativi sono i Paesi in via di sviluppo a essere i più penalizzati. La loro quota di patrimonio detenuta all’estero va dal 27% dell'America Latina, al 54% della Russia e al 58% dei Paesi del Golfo.