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Report Extra. Albanella, il paese in cui resistono i cutoliani

di - Società

Report Extra. Albanella, il paese in cui resistono i cutoliani

Autori: Giorgio Mottola
Argomenti: Società
Stagioni: 2016

Ad Albanella, piccolo comune della Piana del Sele, dove Raffaele Cutolo, il potente boss della Nuova camorra organizzata, fu arrestato trentasei anni fa, a dettare legge sarebbero ancora oggi i suoi eredi. Quando “il professore della Vesuviana” evase teatralmente dal manicomio criminale di Aversa nel ’78, fu proprio ad Albanella che il boss trovò rifugio per più di anno. All’epoca, a esaudire ogni suo desiderio e a proteggere la sua latitanza c’era il camorrista della zona, Giovanni Marandino.

Mentre la Nuova Camorra Organizzata è stata distrutta e Raffaele Cutolo è uscito per sempre di scena, a distanza di più di trent’anni, Giovanni Marandino è rimasto al suo posto, e benché abbia 78 anni suonati, è ancora il mazziere di tutta la Piana del Sele. Solo poche settimane fa è arrivato l’ultimo rinvio a giudizio, la Procura di Salerno lo accusa di aver messo in piedi una rete criminale in grado di tenere sotto scacco, con le armi dell’usura e dell’ estorsione, aziende agricole e imprenditori. Ma il controllo di Marandino, secondo un esposto presentato pochi giorni fa da un imprenditore di Albanella alla Procura di Salerno, si sarebbe esteso anche alle aste giudiziarie.

L’imprenditore che, in un territorio ad alto tasso di omertà, ha trovato il coraggio di denunciare si chiama Tonino Polichetti e di mestiere fa l’agente immobiliare. Crisi economica e banche gli avevano portato via la casa qualche anno fa. Poi Polichetti era riuscito a rialzarsi e a mettere insieme i soldi per ricomprare la propria abitazione a un’asta giudiziaria. Il lieto fine era a portata di mano, ma di mezzo ci si è messo il vice sindaco di Albanella, Pasquale Mirarchi. Il politico locale, infatti, aveva da subito annunciato di voler presentare un’offerta per l’immobile e, a pochi giorni dall’asta, secondo quanto denunciato da Polichetti, gli avrebbe fatto sapere di essere disposto a ritirarla nel solo caso in cui l’imprenditore gli avesse dato diecimila euro.

A comunicare a Polichetti le intenzioni di Mirarchi sono due imprenditori albanellesi, uno dei quali già imputato anni fa in un processo per usura ed estorsione, da cui è stato successivamente assolto. È quest’ultimo ad avvicinare Tonino Polichetti: «Lui (Mirarchi, nda) deve recupera’ un cosa di soldi […] È ostinato nei tuoi confronti», gli fa sapere nel corso di una conversazione, registrata e allegata alla denuncia, avvenuta il 17 settembre scorso, alla vigilia dell’asta. Stando alla denuncia di Polichetti, per risolvere la questione basterebbe pagare diecimila euro: «Io, se me li dai, ti chiamo là e se, tu fai il corso tuo», gli spiega infatti il presunto emissario di Mirarchi. Gli offre anche un consiglio: «Guardati i cazzi tuoi». Il secondo uomo, invece, gli prospetta addirittura la possibilità di uno sconto sull’estorsione. Riassumendo l’esito di un incontro avuto con il vice sindaco, racconta: «Dissi diecimila euro sono un poco assai da recuperà, disse (riferito a Mirarchi, nda) “Se te li danno in mano a te cinquemila euro io domani mattina non ci vado”».

Nel corso di un’altra conversazione, secondo quanto si legge nell’esposto, uno dei presunti intermediari avrebbe avvertito Polichetti che sull’acquisto della sua casa all’asta, Mirarchi, avrebbe avuto il benestare del boss della camorra, Giovanni Marandino. La magistratura accerterà se si è trattato di una millanteria o di un’intimidazione. Sta di fatto che Polichetti non cede all’estorsione e chiede aiuto al sindaco di Albanella, Renato Iosca, lo informa delle presunte richieste estorsive avanzate da alcuni soggetti presentatisi come intermediari del suo vice e gli chiede di intervenire. Iosca chiede spiegazioni a Mirarchi, ma, ottenuta come risposta un invito a non mettersi in mezzo, decide di non turbare la pax albanellese, non ritiene di informare le forze dell’ordine e da quel momento si sottrae alle ulteriori richieste di aiuto del povero Polichetti.

Contattato da Report, il vicesindaco di Albanella, Pasquale Mirarchi, nega di aver chiesto soldi a Polichetti. Sostiene che se qualcuno ha avanzato richieste in sua vece, lo ha fatto in modo del tutto illegittimo e senza informarlo. Riguardo ai presunti contatti con il boss Marandino, invece, Mirarchi ammette di conoscerlo ma di non aver mai avuto affari in comune il boss. Ora la palla è in mano alla Procura.

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