In Italia si stima che gli alunni stranieri nelle scuole siano circa 914 mila, e il 65% di loro è nato nel nostro Paese. Si tratta, nella maggior parte dei casi, di ragazzi che si sentono italiani a tutti gli effetti, ma che formalmente non lo sono, perché non hanno ancora acquisito la cittadinanza. Le differenze rispetto ai loro coetanei italiani diventano evidenti con l’ingresso nell’età adulta: si va dalle difficoltà nel reperire i documenti necessari per partecipare alle gite scolastiche all’estero, fino all’impossibilità di votare o accedere ai concorsi pubblici una volta maggiorenni. Attualmente, in Italia vige lo Ius Sanguinis, e la normativa di riferimento per l’acquisizione della cittadinanza è la legge n. 91 del 1992. Secondo questa legge, i cittadini extracomunitari devono dimostrare, tra gli altri requisiti, di avere un reddito sufficiente e una residenza ininterrotta da almeno dieci anni. Da anni si discute di una riforma della cittadinanza, e l’8 e 9 giugno i cittadini saranno chiamati a esprimersi anche su questo tema, attraverso un referendum che propone di ridurre a cinque gli anni di residenza necessari per richiedere la cittadinanza.
Qui di seguito le email inviate a
Fratelli d'Italia e
Lega per Salvini Premier per chiedere loro un'intervista in video sul tema e, non avendo ricevuto risposta, per domandare loro un riscontro scritto.