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Report Extra. Mentre si cerca di formare il nuovo governo, le lobby lavorano

di - Economia

Report Extra. Mentre si cerca di formare il nuovo governo, le lobby lavorano

Argomenti: Economia
Stagioni: 2014
Autori: Giorgio Mottola

Le ditte impegnate nella costruzione della Tav in Val di Susa intascheranno altri 7 milioni di euro. Poca cosa rispetto ai 23 miliardi previsti per l’intera opera. Questi soldi in arrivo, però, non serviranno a finanziare nuove trivellazioni. È la somma che il Senato ieri ha deciso di stanziare per rimborsare le aziende della Tav che hanno subito danneggiamenti nel corso degli anni.

 

Un emendamento che ha avuto vita travagliata: prima è stato inserito nel decreto sul Femminicidio e poi nel “Salva Roma”. È riuscito infine a trovare spazio nel “Destinazione Italia”, il decreto varato dall’ormai deposto governo Letta per rilanciare la competitività delle imprese italiane.

 

Il comma 7 bis dell’articolo 13 del provvedimento, approvato in tutta fretta ieri sera dal Senato, riguarda tutte le aziende che siano state vittime di “delitti non colposi commessi al fine di ostacolare o rallentare i lavori di cantieri”. Se a una ditta che lavora in Val di Susa è stato incendiato un camion o distrutta una trivella, basterà autocertificare il danno e lo Stato se ne farà carico.«Avevamo chiesto solo una cosa – obietta Marco Scibona, senatore piemontese del Movimento 5 stelle - che fosse specificato nel testo che per poter ottenere il rimborso fosse necessaria almeno una sentenza di primo grado che certificasse l’effettiva esistenza e l’entità del danno subito». Invece a stabilire chi avrà diritto al risarcimento sarà discrezionalmente un successivo decreto del futuro ministro delle Infrastrutture.

 

L’emendamento originario prevedeva che il danneggiamento fosse attestato da un certificato della prefettura. Nel testo finale l’obbligo è saltato. Per questo, anche Stefano Esposito, il senatore del Pd che ha provato a infilare il comma in tre diversi decreti, ne prende le distanze: “Quello che è stato approvato non ha più niente a che vedere con il testo che ho presentato io”.

 

Quando arriverà il nuovo decreto, a spartirsi i 7 milioni di euro saranno società che hanno subito il danneggiamento di ruspe, camion o capannoni, come la Geomont di Giuseppe Benente, la Cmc, la coop capofila del raggruppamento di imprese in Val Susa, di cui fanno parte la Strabag AG, la Cogeis, Bentini e la Geotecna. A queste aziende, due giorni fa, il presidente della Regione Piemonte Roberto Cota, ancora in carica nonostante la destituzione da parte del Tar, ha già destinato 10 milioni di euro. Una parte dei quali, come rivendica l’ex governatore in un comunicato ufficiale, stanziati proprio per compensare i danneggiamenti. Secondo Stefano Esposito, che in Senato ha sostenuto le ragioni delle ditte valsusine, “i danni ammontano a non più di 500mila euro”. Tra l’altro le aziende dovrebbero essere tutte coperte dalla loro assicurazione.

 

Ma le maglie dell’emendamento si sono progressivamente allargate. Nel testo finale la platea delle ditte beneficiarie dalla Tav ha finito con l’inglobare tutte le società impegnate in grandi opere. Grazie all’aggiunta di un riferimento alla legge 443 del 2001, infatti, alla spartizione della torta da 7 milioni di euro potranno partecipare anche tutti gli altri colossi dell’edilizia come Impregilo, Gavio, Italcementi. Alla faccia della spending review.

(20 febbraio 2014) 

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