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Shalabayeva scrive a Renzi: "Incontri anche la società civile"     

Shalabayeva scrive a Renzi: "Incontri anche la societ&#224; civile"&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp<br />

Stagioni: 2014

Lettera aperta della moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, detenuto in Francia in attesa di una decisione sull'estradizione in Russia o in Ucraina: Il presidente del Consiglio "colga l’occasione della sua visita in Kazakistan per ribadire nei suoi contatti con le autorità che l'Europa resta critica nei confronti della repressione continua dei diritti umani e della libertà di espressione. I forti legami economici possono e devono essere utilizzati anche per promuovere lo sviluppo democratico".


Guarda la nostra inchiesta
"L'ostaggio" del 25 novembre 2013


 



Caro Primo Ministro Renzi,

 

Mi rivolgo a Lei a proposito della sua visita in Kazakistan di questa settimana. Vorrei richiamare la sua attenzione su situazioni che mi hanno fatto temere così tanto per la mia vita e per la vita di mia figlia quando lo scorso anno siamo state rimandate in Kazakistan. Mi riferisco a condizioni che continuano a persistere nel mio paese, un paese che resta ostile a qualsiasi pensiero critico del regime attuale.

 

Mi appello a Lei affinché colga l’occasione della sua visita in Kazakistan per sottolineare, ancora una volta, e per ribadire nei suoi contatti con le autorità kazake, che l'Europa resta critica nei confronti della repressione continua dei diritti umani e della libertà di espressione in Kazakistan e che un cambiamento in positivo è necessario per portare il Kazakistan a rispettare i suoi obblighi internazionali.

 

Come ben sa, mio marito, Mukhtar Ablyazov, uno dei principali oppositori all'attuale presidente del Kazakistan, è attualmente detenuto in Francia in attesa di una decisione sulla sua potenziale estradizione in Russia o in Ucraina. La sua ex guardia del corpo e amico di lunga data della nostra famiglia, Alexandr Pavlov, è attualmente detenuto in Spagna, in attesa di sapere se sarà rimandato in Kazakistan, dove affronterebbe la tortura o forse addirittura la morte. Anche altri ex-colleghi di mio marito che vivono in Europa sono stati perseguitati. Alcuni, come Muratbek Ketebayev o Tatiana Paraskevich, hanno ricevuto protezione in altri paesi europei. In tutti questi casi, le autorità kazake hanno superato il limite, spesso violando legge, allo scopo di esercitare pressione sulla magistratura locale e sulle autorità nazionali degli Stati membri dell'UE per ottenere l'estradizione di quanti erano legati a mio marito.

 

La situazione in Kazakhstan, nel frattempo, è estremamente preoccupante. Dopo la tragedia di Zhanaozen, nel dicembre 2011, quando furono massacrati i lavoratori in sciopero, le autorità hanno lanciato una campagna per screditare e spegnere tutte le voci indipendenti del paese. Coloro che non sono in linea con il regime hanno dovuto affrontare pressioni estreme, repressione e accuse illegittime. I giornalisti indipendenti hanno ricevuto minacce dirette ai componenti delle loro famiglie. Negli ultimi mesi, gli ultimi baluardi del pensiero democratico, autori di portali di informazione online e blog, sono stati sistematicamente detenuti per periodi di tempo compresi tra una e due settimane, solo perché hanno svolto il loro lavoro, cercando di dare notizia di vari eventi del paese in modo oggettivo.

 

Attivisti, avvocati e difensori dei diritti umani vengono tenuti in prigione per impedire loro di esercitare i propri diritti cercando di promuovere riforme volte a migliorare il rispetto dei diritti umani fondamentali e delle libertà civili nel paese. Proprio di recente, uno di questi attivisti, Vadim Kuramshin, ha iniziato uno sciopero della fame per protestare contro l'aggressione e i maltrattamenti che si trova ad affrontare in prigione. La tortura è all’ordine del giorno in molte carceri.

 

ONG, giornalisti e attivisti vivono nella costante paura di subire raid nei loro uffici da parte dalla polizia o dei servizi speciali e di avere i loro beni confiscati. Qualsiasi attività civile è paralizzata perché le persone sanno che se finiscono davanti a un giudice non possono aspettarsi un processo equo.

 

Questo è l'ambiente in cui vive la gente nel mio paese e in cui mio marito e i suoi ex-colleghi rischiano di essere rimandati.

 

I forti legami economici tra alcuni Stati membri dell'Unione europea, tra cui l'Italia, e il Kazakistan, possono e devono essere utilizzati anche per promuovere un cambiamento positivo, stabilità e sviluppi democratici.

 

Pertanto, Le chiedo di non cedere alle rassicurazioni formali e alle dichiarazioni di facciata delle autorità kazake ". Per favore, mentre sarà in visita in Kazakistan, incontri anche i pochi rappresentanti della società civile che restano, i familiari di coloro che sono in carcere, accusati di aver fomentato la discordia sociale, mentre in realtà stavano combattendo perché i diritti delle persone venissero rispettati. Sorvegli i valori che l'Europa ha promosso. Sembra che solo una concreta pressione dall'esterno possa cambiare il mio paese, che mi auguro di vedere, un giorno, pienamente democratico.

 

Sinceramente

 

Alma Shalabayeva

 

11 June 2014



- La lettera  originale firmata da Alma Shalabayeva



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