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Il paradosso della Società Stretto di Messina: vive solo perché in causa con lo Stato

Il paradosso della Società Stretto di Messina: vive solo perché in causa con lo Stato

Stagioni: 2017

È stata messa ufficialmente in liquidazione dal governo Monti, ad aprile 2013. A termini di legge, non dovrebbe esistere più dal 2014. Eppure la Società Stretto di Messina, quella costituita nel 1981 e che avrebbe dovuto sovraintendere alla progettazione e costruzione del Ponte tra Sicilia e Calabria, continua a costarci quasi due milioni all'anno, anche in stipendi erogati "in assenza di attività rilevanti". Lo segnala la Corte dei Conti in una delibera trasmessa nei giorni scorsi al Parlamento, sollecitando una rapida chiusura della società.

Cosa sta facendo attualmente la Stretto di Messina? Una solo cosa: un contenzioso con lo Stato, a cui, proprio come fanno i contraenti privati, chiede un indennizzo di 300 milioni per la mancata realizzazione dell'opera. Per giudici contabili, ciò è "contrario ai principi di proporzionalità, razionalità e buon andamento dell'agire amministrativo", purtuttavia "non risultano iniziative della Presidenza del Consiglio e del ministero delle Infrastrutture per porre fine al contrasto con la concessionaria". Quindi la Corte invita gli azionisti (Anas, Rfi e le due regioni interessate) a valuare "i vantaggi conseguibili dal contenzioso attivo, a fronte di costi certi per la permanenza in vita della stessa".

Un nuovo atto della telenovela infinita sul Ponte, che Report segue dal 2002. Il punto della situazione, con Stefania Rimini, nella puntata del 20/12/2015.

 
(16 gennaio 2017) 

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