Dove va il mercato:
600 milioni di auto elettriche entro 20 anni

Dal 2040 le auto a combustibili fossili potrebbero non essere più vendute. Su un totale di circa un 1 miliardo di auto che oggi circolano nel mondo, 2 milioni sono elettriche, cioè lo 0,2%. Entro 20 anni si punta ad avere 600 milioni di vetture elettriche in circolazione in tutto il mondo, per riuscire a contenere il riscaldamento medio del pianeta sotto i due gradi, come prevede l'accordo di Parigi sul clima.
Come si ricaricano, dove trovare l’energia per farle funzionare, quanto modificano il panorama urbano. Qual è l’indotto che muore e quello nuovo che nasce?

I paesi che comprano di più

Nella classifica dei paesi dove vengono vendute più auto elettriche al primo posto c’è la Cina, con 336 mila vetture acquistate nel 2016, una cifra irrisoria se paragonata al venduto totale pari a 28 milioni. Segue l’Europa con 215 mila su 15 milioni di auto vendute. Al terzo posto gli Stati Uniti con 160 mila su 17,5 milioni. Italia: non pervenuta nella graduatoria.

Cosa si è comprato in Italia

Le auto elettriche rappresentano lo 0,1% del mercato italiano. Un settore in controtendenza perché nel 2016 ne sono state acquistate 1.375, il 5.3% in meno rispetto al 2015.

Vanno invece decisamente meglio le auto ibride e le ibride plug-in: 38.580 vetture vendute nel 2016, con una crescita del 40% rispetto all’anno precedente.

Ad essere dominanti nel mercato italiano sono ancora le auto a benzina o diesel: nel 2016 ne sono state vendute 1.639.794, con un incremento del 20% rispetto al 2015.

Fonte - Focus vendite 2016 (ANFIA 2017)

Chi incentiva di più

Fonte: Politecnico di Milano

Acquistiamo meno elettrico anche perché gli incentivi sono tra i più bassi d’Europa, circa 3.000 euro contro una media di 9.000 euro, e ci sono poche colonnine di ricarica.
La Norvegia è invece l’esempio di come una politica attenta all’ambiente (bonus governativi e rete di ricarica capillare) influenza il mercato: il 19% delle auto in circolazione sono completamente elettriche e la tendenza è quella di arrivare al 100% entro il 2025.

Quanto costa oggi un'auto elettrica

Il prezzo medio di un'auto elettrica è di 30.000 euro. La batteria influisce fino al 50% sul costo finale.

Incidenza del prezzo della batteria sul costo complessivo dell’auto elettrica

Quanto costerà nei prossimi anni

Secondo uno studio di Bloomberg dal 2010 ad oggi il prezzo delle batterie è già diminuito del 70%. La previsione è che nei prossimi vent’anni i prezzi caleranno ulteriormente. Le batterie saranno più leggere (oggi pesano una tonnellata), meno ingombranti e più veloci nella ricarica.

Il kilowatt (1000 watt) indica una potenza elettrica, mentre il kilowattora indica la quantità di energia consumata nel tempo.

Se il motore di un asciugacapelli ha la potenza di 2 kilowatt (2000 W)
significa che può consumare fino a un massimo di 2 kw in un’ora.

Quanti kilowattora consuma? Dipende da quanto tempo resta acceso:

Tempo Consumo
1 ora 2 kilowattora (1 x 2000 W)
2 ore 4 kilowattora (2 x 2000 W)
3 ore 6 kilowattora (3 x 2000 W)

Batterie, chi le fabbrica e dove

Tra i maggiori produttori di batterie per auto elettriche vi sono Panasonic con il 33% ovvero 6,6 gigawattora (gWh) prodotti nel 2016, BYD con il 20% (4 gWh) e LG Chem con l’11% (2,3 gWh).

Ma il mercato sta cambiando in fretta: Tesla con le Gigafactory 1 e 2 mira ad arrivare a 60 gWh l’anno entro il 2018, la cinese CATL punta ad arrivare a 50 gWh annuali entro il 2020. La tedesca Daimler dopo aver annunciato nel 2016 l’apertura di una fabbrica da 540 milioni di dollari in Germania è intenzionata a spenderne altri 740 milioni per un nuovo impianto in Cina. La Northvolt, guidata da due ex dirigenti Tesla, progetta di produrre in Scandinavia batterie per una capacità totale di 32 gWh entro il 2023.

Tesla giga factory - Fonte: Wikipedia

Quanto consumano e quanti Km percorrono

I dubbi più comuni che preoccupano oggi i potenziali acquirenti di un’auto elettrica sono la ridotta autonomia, i lunghi tempi di ricarica e la scarsa diffusione delle colonnine di rifornimento.

Quanto dura una batteria?

La vita media della batteria di un’auto elettrica oggi è di 8 anni. La prospettiva è quella del riutilizzo o riciclo.


Giancarlo Morandi, presidente di Cobat - Consorzio Nazionale Raccolta Riciclo, sul riciclo e riutilizzo delle batterie:

In Italia nel 2020 prevediamo che verranno immatricolate 11 mila auto tra elettriche, ibride e plug-in. Ciascuna dotata di una batteria di ioni di litio che risulta difficile da trattare, data l’infiammabilità del litio.

Cosa faremo di queste batterie a fine vita?

Sul fronte del riciclo ci sta lavorando il Consiglio Nazionale delle Ricerche e contiamo entro il 2018 di riuscire a compiere uno studio di fattibilità per la realizzazione di una linea completa per il trattamento e recupero degli accumulatori al litio, con tecnologie innovative uniche al mondo. Nel frattempo però, con il supporto di CNR e Politecnico di Milano, stiamo studiando un sistema per riutilizzare la vecchia batteria dell’auto per immagazzinare l’energia prodotta da un impianto fotovoltaico. La vita media delle batterie impiegate nei veicoli elettrici è di 8 anni e circa la metà degli accumulatori dismessi possono essere riutilizzati per lo storage.

Autonomia

Le case produttrici di auto elettriche oggi in commercio offrono varie soluzioni. Poniamoci nel caso di una utilitaria che monta una batteria da 30 kWh per un’autonomia compresa tra i 125 e i 200 km. Naturalmente, come per i motori a benzina l’autonomia dipende anche dallo stile di guida: più veloce andiamo, più in fretta si esaurirà la batteria.

Quanto consuma

Nelle condizioni ideali questo veicolo avrà un consumo medio di 6,6 km per kilowattora (200km / 30 kWh). Considerando un costo medio (attuale) di 1,4 € per litro di benzina possiamo provare a confrontare il suo consumo con quello di un’utilitaria a carburante dal consumo stimato di 18km al litro:

Tempi di ricarica

I tempi di ricarica sono strettamente legati alla capacità della batteria, alla potenza della colonnina e a quella del caricabatterie installato a bordo. Se, ad esempio, la colonnina è in grado di erogare una maggiore quantità di energia rispetto a quanta può riceverne il caricabatterie, la velocità di caricamento sarà limitata dal caricabatterie. Esempio: per caricare una batteria da 16kWh con una colonnina da 7,4 kW, se il caricabatterie dell’auto assorbe 3,7kW ci vorranno 4h 20”, con un caricabatterie di potenza doppia (7,4kW) i tempi dimezzeranno: 2h 10”.

Quanta energia in più servirà?

Abbiamo capito che con un’auto elettrica il “carburante” può costare meno ed elimino le polveri sottili, però serve una enorme quantità di energia elettrica. Per dare un’idea del consumo di energia di un’auto elettrica, proviamo a collegare una batteria da 20kWh ad alcuni strumenti d’uso quotidiano.

Immaginiamo l’Italia come un unico, enorme, motore elettrico che consuma 310 terawattora l’anno. In un giorno il consumo medio sarà di circa 800 gigawattora. I quasi 40 milioni di veicoli in circolazione oggi in Italia percorrono in media circa 30 km al giorno. Nello scenario descritto in precedenza (6,6 km al kilowattora), se le auto fossero tutte elettriche la loro ricarica richiederebbe 181 gigawattora al giorno, cioè circa il 23% in più del nostro consumo totale giornaliero.


Francesco Venturini, ENEL - direttore divisione globale e-Solution, sulla maggiore richiesta di elettricità:

Come pensa ENEL di trovare questo 23% in più?

Con la crescita esponenziale delle energie rinnovabili e la graduale digitalizzazione della rete che eliminerà le dispersioni.

Cosa prevede il piano ENEL per rendere i veicoli non solo consumatori ma anche produttori di energia?

Abbiamo il Vehicle to Grid (V2G), una tecnologia realizzata in collaborazione con Nissan. Le automobili stanno ferme per la maggior parte della loro vita utile e quelle elettriche possono essere paragonate a delle batterie su ruote. Per questo ci siamo chiesti: perché non utilizzare i veicoli elettrici per la stabilizzazione della rete attraverso una infrastruttura di ricarica che permetta, oltre alla carica, l’immissione in rete dell’energia accumulata nella batteria quando serve. Come ad esempio nei periodi in cui ci sono dei picchi di consumo. Vehicle to Grid potrebbe prevedere un compenso ai proprietari delle auto quando queste sono collegate alla rete e rilasciano energia.

Bisognerà anche aumentare le colonnine di ricarica. Oggi quante sono quelle operative?

Ad oggi abbiamo installato, fra pubblico e privato, circa 2.800 punti di ricarica.

Verso una trasformazione urbanistica

La diffusione dell'auto elettrica porterà a un'inevitabile trasformazione delle nostre abitudini e delle nostre città.

Aumenteranno i posti auto attrezzati con colonnine di ricarica nei parcheggi pubblici e privati e nei centri commerciali.

I distributori di benzina cambieranno faccia.

Alcune case automobilistiche hanno iniziato a offrire il pacchetto completo auto/box charger da installare nel proprio garage e dal 2018 i nuovi condomini dovranno avere almeno il 20% degli spazi dei parcheggi attrezzato con colonnine di ricarica.

Chi sceglie un'auto elettrica vuole avere la certezza di non rimanere a secco e poter fare il pieno nelle aree urbane e extraurbane e sulle autostrade.

I punti di ricarica nel 2016

In Italia
9.000 colonnine di ricarica, delle quali circa 7.000-7.500 “private” e 1.750 “pubbliche”.
Vedi mappa


In Europa
70.000 punti di ricarica pubblici, circa 400.000 punti di ricarica private


Nel Mondo
1,45 milioni di colonnine (nel 2016 si registra un + 81% rispetto al 2015, erano 800 mila). Usa, Cina e Giappone guidano la classifica delle colonnine private. Cina, Usa e Giappone delle pubbliche.

Servono più colonnine

Sono stati stanziati circa 33,5 milioni di euro, il cui impiego è però in notevole ritardo tanto che la gran parte delle infrastrutture di ricarica ad oggi esistenti nel territorio nazionale, sono state realizzate su iniziativa dei privati. Il piano Nazionale approvato dal Ministero dei Trasporti prevede entro il 2020:

  • 4.500 - 13.000 punti di ricarica lenta/accelerata
  • 2.000 - 6000 stazioni di ricarica veloce

Obiettivi che potranno essere rivisti, anche con un incremento del 10% dei valori stimati, in base all’andamento del mercato. In un mercato «maturo» ci dovrebbe essere un punto di ricarica per veicolo come accade in Cina e in Svezia.


Vittorio Chiesa, Politecnico di Milano, direttore Energy and Strategy Group, sulla trasformazione urbanistica delle città con l’avvento delle auto elettriche:

Questo comporterà un'inevitabile trasformazione urbanistica. Ci saranno punti di ricarica privati installati da chi, a casa propria, ricarica prevalentemente la notte e una rete distribuita sul territorio che è il frutto dell'iniziativa della PA o della grande distribuzione che mettono a disposizione questo tipo di infrastruttura, che guarda alla ricarica rapida: anche se saranno pur sempre superiori rispetto a quelli necessari per il rifornimento di carburante "vecchia maniera". Sono accettabili le 6-7 ore che occorrono al privato per la ricarica notturna, ma in strada i tempi devono essere rapidi.

Come si sta muovendo il mercato?

Le case automobilistiche tradizionali si stanno muovendo in modo molto rapido. Nel 2020 le venti case più importanti del mondo saranno tutte presenti con un'offerta di modelli di auto elettriche. Mentre oggi le auto più vendute sono quelle di operatori dedicati.

Wireless, una modalità alternativa

Ricarica wireless dinamica

Si tratta di una tecnologia complessa e costosa che permette di sfruttare le potenzialità di un sistema wireless in movimento per alimentare le batterie dei veicoli elettrici. Un sistema che richiede però importanti investimenti sulla rete viaria e autostradale. In Italia la sta sperimentando il Politecnico di Torino, con il progetto Charge While Driving. Il costo di installazione di un impianto al momento è paragonabile a quello di una ferrovia, circa 500.000 euro al km.

Come funziona?
L’unità base dell’IPT (Inductive power transfer) è una bobina fissa, collocata sotto il manto stradale, chiamata trasmettitore, e una bobina installata a bordo del veicolo.
Guarda il video.
Obiettivi: percorrere ad esempio la Torino-Savona e arrivare a destinazione avendo la stessa energia sulla vettura di quando si è partiti.

Ricarica wireless statica

Già realizzabile dal punto di vista tecnologico e pratico, sarà lo scenario del prossimo futuro alternativo alle colonnine.

Studi di fattibilità europea prevedono la realizzazione di questa tecnologia entro i prossimi 20 anni. Potrebbe essere usata facilmente a casa con impianto normale (3 kw) senza necessità di cavi e centraline.
A Torino la possibilità di ricarica wireless è stata sperimentata per la prima volta nel 2002 su alcune linee dei mezzi pubblici.


Paolo Guglielmi, Politecnico Torino - Dipartimento Energia, sul wireless come modalità di ricarica:

La tecnologia è già pronta, sperimentata e potrebbe già essere disponibile per le auto, ma non c’è ancora una normativa definitiva che stabilisce standard di qualità, sicurezza e omologazione delle apparecchiature di questo tipo. Né un regolamento preciso su come devono essere fatte e montate. Pertanto non ci sono ancora macchine sul mercato che possono essere ricaricate attraverso questa tecnologia. Già a fine anno però potrebbe esserci uno standard consolidato a disposizione di qualsiasi vettura elettrica. Si potrebbe cominciare dai trasporti pubblici nelle città e dai taxi.